Napoli. L’OdG campano ha ospitato la presentazione ufficiale de “I Giardini di BAGH-E BABUR”

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L’ordine dei Giornalisti della Campania ha accolto ieri la presentazione ufficiale dell’ultimo lavoro letterario del giornalista emebdded Lorenzo Peluso, che ripercorre ancora una volta le esperienze vissute durante i suoi viaggi nelle terre martoriate dalle guerre vicino ai militari italiani impegnati nelle missioni di Pace. “I Giardini di Bagh-e Babur” è questo il titolo del libro di Peluso che ieri è stato presentato in un incontro pubblico presso al sede dell’ordine dei giornalisti a Napoli alla presenza di relatori illustri con cui è stato possibile analizzando l’opera raccontare e descrivere le atrocità vissute da chi vive nelle terre interessate da dalle guerre.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti, oltre all’autore del Libro anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, il colonnello Vincenzo Lauro, Comandante del Quartier Generale Italiano presso la base N.A.T.O. di Lago Patria, e il dottor Carmine Pinto, docente di Storia Moderna dell’Università di Salerno. Presenti in sala, oltre a tantissimi gironalisti anche il sindaco di Sanza Vittorio Esposito, il vicesindaco Toni Lettieri e gli assessori Marianna Citera e Angelo Marotta. Grande apprezzamento è stato manifestato dai presenti per l’opera “I Giardini di Bagh-e Babur” definito da tutti come uno dei rarissimi casi di espressione letteraria di guerra vissuta da parte di un giornalista-autore italiano del nuovo millennio. Un modo per trasmettere in maniera chiara ed inequivocabile la realtà dei conflitti che, secondo Carmine Pinto come per Lorenzo Peluso, nella realtà attuale viene spesso banalizzato.

“Ciò che arriva all’europeo medio – ha spiegato Lorenzo Peluso – è una semplificazione di comodo del conflitto. L’Isis ha origini complesse che non si esauriscono nella religione. Le principali vittime – continua -, come sempre sono le donne, sempre più svilite nella propria identità e relegate ai margini della società, oltre a subire stupri ed essere ridotte in schiavitù sessuale”.  Nel ringraziare il corpo militare per il lavoro svolto anche a difesa della sua persona durante i viaggi, Lorenzo Peluso ha raccontato  “Ogni volta che parto, scrivo una lettera a mio figlio, poi la sigillo. In queste lettere scrivo le solite indicazioni pratiche che si scrivono in questi casi, le mie speranze per la sua vita e altre cose molto personali. Ora, le lettere sono dodici. Spero – dichiara – non debba leggerle mai”

Anna Maria CAVA

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