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L’incontro pubblico di ieri sera, come ha detto il Sindaco Raffaele Accetta nell’intervista, è stato indetto per illustrare la Misura 7.6.1 del PSR 2014/2020 ma anche il Piano strategico comunale. Un resoconto della serata.
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Il Comune di Monte San Giacomo ha organizzato ieri sera un incontro pubblico per illustrare la Misura 7.6.1 del PSR 2014/2020, si tratta di un progetto collettivo di sviluppo rurale che passa per la riqualificazione del patrimonio architettonico del centro storico per incidere positivamente sugli aspetti socio-economici del borgo. Per poter accedere al finanziamento è necessaria un’iniziativa integrata pubblico – privata fatta di interventi di recupero strutturale ed infrastrutturale e di implementazione di attività produttive. Un’idea interessante ma quanto emerso nel corso dell’incontro, i tempi sono strettissimi, la scadenza per la presentazione del progetto è fissata al 18 settembre. A meno che qualcuno non abbia un progetto già pronto nel cassetto tenuto lì in attesa del bando giusto, è difficile immaginare che si riesca a redigerne uno così complesso che deve mettere insieme la parte pubblica e quella privata e al contempo essere qualitativamente all’altezza dei requisiti richiesti. I soldi messi a disposizione dalla Regione sono 42mln e la concorrenza tra tutti i Comuni campani al di sotto dei 5mila abitanti, interessati, sarà agguerrita. Al di là del bando specifico che sembra votato al successo di pochi “eletti”, è stato un incontro interessante dal punto di vista informativo. È stato spiegato infatti il Piano Strategico che il Comune sta cercando di portare avanti per lo sviluppo del territorio, basato sul superamento della solita visione individualistica in un’ottica di utilizzo delle risorse efficiente e rapido attraverso progettualità più strutturate. La volontà di fare da parte dell’Amministrazione comunale, stando a quanto emerso ieri sera, sembra esserci. Poca è stata però la partecipazione all’incontro da parte della comunità sangiacomese. Non è segno di disinteresse ma di scetticismo e diffidenza, che si possono superare solo portando risultati tangibili. È lo scotto che la politica deve pagare per decenni di latitanza.