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La vicenda che ha interessato il territorio di Monte San Giacomo con i 6 cuccioli di cane avvelenati, andando a colpire nel profondo tutto il territorio valdianese e non solo, lancia un allarme che va anche oltre la semplice questione randagismo. E potrebbe anche non essere sufficiente la costruzione di un canile comprensoriale che pare essere ormai soluzione obsoleta e poco efficace. Secondo quanto riferito infatti dal responsabile del Criuv Vincenzo Caputo, la gestione economica dei cani in canile è troppo onerosa per i comuni che, in particolare in questo momento di grande crisi economica, diventa una spesa necessaria ed eccessivamente onerosa da sostenre. Per Caputo meglio la sterilizzazione.
Il Vallo di Diano sta cercando nel suo piccolo di risolvere il problema come è impegnato il comune di Monte San Giacomo con il Sindaco Raffaele Accetta che stigmatizzando con forza quanto l’atto di violenza consumata nei confronti dei sei cuccioli avvelenati da una ignota persona che si augura di essere quanto prima individuata, ricorda come la risoluzione del problema in maniera da evitare tali atti criminali, non può più essere lasciata solo alle amministrazione comunali le cui azioni, se non sostenute anche dai cittadini così come da tutti i comuni limitrofi, si rivelano inutili. Per Accetta serve necessariamente che il cittadino, anche a livello comprensoriale si dimostri sensibile alla tematica.
“Nei mesi scorsi – spiega il Sindaco di Monte San Giacomo – abbiamo attivato campagne di microchippatura e iscrizione all’anagrafe canina su tutto il territorio comunale ma, nei giorni successivi, abbiamo notato un aumento incontrollato dei cani. Evidentemente, – spiega – i comuni che si rivelano più attenti a questa vicenda, finiscono poi per essere penalizzati con un aumento degli abbandoni proprio sui territori controllati. Tutto ciò provoca un aggravio delle spese per il comune che, inevitabilmente ricade sui cittadini”.
Anna Maria Cava