“Perché è stata chiusa la cucina dell’Ospedale di Vallo della Lucania e quali sono gli standard di qualità del cibo negli ospedali di Vallo, Sapri e Polla?” con queste domande il Codacons Cilento interviene sulla questione dei pasti nei nosocomi locali dopo la denuncia di Nursind Salerno. Che già nei mesi scorsi aveva messo in evidenza alcune criticità.
Nei giorni scorsi il sindacato è tornato sull’argomento.
“Le derrate alimentari necessarie per il confezionamento dei pasti ai degenti – spiegano – sopraggiungano dal Veneto fino allo stabilimento di Tito da dove vengono poi istradate verso Polla dove avviene l’impiattamento e poi la distribuzione su gomma verso i presidi interessati”. Sottolineano ancora il non rispetto delle condizioni contrattuali “in ordine alla raccolta delle comande non avendo ancora introdotto il software dedicato previsto nel capitolato di gara, demandando tale attività agli infermieri che di fatto si occupano anche della somministrazione in quanto la ditta si occupa della sola distribuzione del vitto; da un’indagine avviata dalla direzione di presidio il cibo viene descritto dai pazienti come di infima qualità; la peculiarità che le derrate alimentari provengano dal Veneto non permette di integrare o variare il pranzo e la cena dei degenti stessi, con evidenti ricadute sulla qualità del servizio”. Da qui l’appello ai vertici dell’Asl a fare le necessarie valutazioni e la nota è stata inviata anche alla Procura della Repubblica.
A questo punto anche Codacons Cilento “chiede chiarimenti urgenti al direttore sanitario dell’ Ospedale di Vallo della Lucania su come si sia giunti alla chiusura della cucina e al direttore generale dell’Asl di Salerno sulla qualità dei pasti negli ospedali di Vallo, Sapri e Polla. Secondo noi un aspetto importante che qualifica un sistema sanitario efficiente e di qualità – sottolinea il responsabile Bartolomeo Lanzara – passa anche attraverso la ristorazione ospedaliera e costituisce un indicatore importante del buon funzionamento di un nosocomio”.