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“I giovani dovrebbero sconoscerequesti fatti perché non possiamo renderci complici di una classe dirigente che, negli anni, ha dato via libera alla predazione della vallata, all’arretramento sociale, economico e culturale e che ancora, anche attraverso propri diretti emissari, mantiene salda la barra del comando. Nel novembre del 2010 gli argini del Tanagro, a causa delle piogge incessanti, come quelle dei giorni scorsi, e dell’incuria endemica di questo tratto di fiume, cedevano. A distanza di mesi da quegli eventi, dopo un esposto alla Magistratura, la nostra Sede riusciva a ottenere la riparazione delle sponde e un’interrogazione parlamentare della quale riportiamo un estratto.”
Parte così il comunicato stampa diramato al Codacons Vallo di Diano presieduto da Roberto De luca, a seguito degli ultimi giorni caratterizzati dall’incessante maltempo.
“I nostri giovani – prosegue la nota -, non già quelli nati vecchi, ma quelli che, dal punto di vista anagrafico e non solo, possono definirsi tali, devono conoscere questi fatti e devono dare uno sguardo alla vallata così come è oggi. Si veda quindi lo scempio ambientale del boschetto paleo-palustre di questi giorni e si veda come è ridotto l’areale della cicogna, uno stagno popolato da centinaia di gabbiani che trovano conveniente spiluccare dal sito di trasferenza poco distante. Si veda lo stato attuale e si immagini, con una classe dirigente del tutto diversa da quella attuale e con un assetto socio-economico rispettoso delle prerogative del territorio, quale sarebbe stato il destino della vallata. Il fiume Tanagro e tutta la rete di canali paralleli dovrà conoscere una stagione di studi e di opere che possano portare non solo alla valorizzazione ambientale di questo straordinario tratto di fiume, ma anche a un possibile inserimento delle parti ancora integre dello stesso in circuiti turistici di qualità, per una nuova stagione di rilancio economico dell’intero comprensorio. Per realizzare tutto questo, tuttavia, bisogna abbandonare completamente la cultura omertosa, venire allo scoperto con le proprie idee e, finalmente, dare un segnale chiaro di dissenso nei confronti di una classe dirigente che, negli anni, si è dimostrata non solo incapace di reggere l’urto dell’attuale crisi economica, ma anche di preservare importanti presidi di civiltà nel campo della sanità, dei trasporti e della giustizia. E questo segnale di dissenso –conclude il comunicato – non può passare attraverso pulsioni antimeridionaliste, ma solo attraverso la paziente e diuturna opera sul territorio. E quest’opera non è quella improvvisata da avventurieri politici senza competenze, che bramano solo di arrivare ai posti di comando per sostituirsi all’attuale classe dirigente, ma è quella portata avanti in anni di costante impegno per un futuro diverso, nonostante l’interessata indifferenza di molti.
Federico D’ALESSIO
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