Il prof. Maio eccellenza valdianese protagonista su Italia 1 con le recenti cure antitumore della sua equipe

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Era il 2017 quando il Prof. Michele Maio è tornato nel suo Vallo di Diano e, soprattutto, nel suo paese natio Padula, per presentare il suo libro “Il Corpo Anti Cancro” in cui ha illustrato i passi avanti compiuti dall’immunoterapia per combattere i tumori. Passi avanti importanti che proseguono tutt’oggi nell’ambito della ricerca e che vedono il Prof. Maio tra i principali artefici di una delle possibili cure alternative e meno invasive su cui, però c’è ancora tanto da fare ma che consente di guardare con ottimismo al futuro e alla capacità dei medici italiani di poter battere il più temuto nemico.

Nella serata di ieri, la trasmissione di Le Iene in onda tutti i martedì su Italia 1 canale delle reti Mediaset, ha realizzato un ampio servizio dedicato proprio alle terapie antitumorali con l’immunoterapia a cui si è aggiunta anche l’epigenetica. Le telecamere di Italia 1 hanno raggiunto il prof. Valdianese direttamente presso il suo reparto dell’Ospedale Santa Maria Le Scotte di Siena dove sta sviluppando, insieme alla sua eccellente equipe, nuove metodologie di cure antitumorali e dove, dopo aver individuato come possibile metodo di cura l’immunoterapia, ha ora individuato un nuovo sistema per far si che, il sistema immunitario possa aggredire il tumore impedendo al nemico di nascondersi o comunque di non farsi conoscere.

Una eccellenza partita dal Vallo di Diano e che oggi, come emerso nel servizio di Le Iene, è oggi una eccellenza mondiale nelle cure antitumore capace, attraverso i suoi studi e le sue ricerche, di sconfiggere tipologie di cancro che, fino a pochi anni fa, sembravano non lasciare scampo o, nella migliore delle ipotesi, costringevano i pazienti a cure molto debilitanti. Oggi, invece, grazie agli studi del Prof. Michele Maio di Padula e del suo gruppo di giovani ricercatori, è possibile sperare che, il tumore, possa essere combattuto anche senza ricorrere ad interventi e a cure molto invasive. Il passa avanti della epigenetica, infatti, ha consentito di far si che il tumore possa essere riconosciuto dalle difese immunitarie.

Immunoterapia, infatti, come spiegato dal Porf. Maio, era efficace sul 50% dei pazienti ma, per i medici della sua equipe, diventava fondamentale anche lavorare per aiutare anche il restante 50% in cui i farmaci immunoterapici non riuscivano a far effetto in quanto il tumore riusciva a nascondersi al sistema immunitario che non lo riconosceva come nemico. Attraverso il sistema dell’epigenetica, invece, il tumore viene “fregato” rendendolo riconoscibile al sistema immunitario che, così, può combatterlo.

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