Il Ministro Cancellieri chiude il Tribunale di Sala C. e lascia aperta la sezione distaccata di Eboli!

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Il Ministero della Giustizia, con proprio decreto, ha sospeso per cinque anni la chiusura della sede distaccata di Eboli del Tribunale di Salerno: la struttura potrà essere utilizzata non soltanto come deposito dei relativi archivi, ma anche per la trattazione di tutti i procedimenti pendenti. Due pesi e due misure. Cosa aggiungere. Se il ministro decide con proprio decreto di lasciare in vita il Tribunale di Eboli, uno dei più disastrati d’Italia e non considera neppure la vicenda relativa al tribunale di Sala Consilina, uno dei più efficienti della penisola, unico ad aver attivato il processo telematico; unico ad essere accorpato con un tribunale di modesta entità, fuori regione e con un’altra Corte d’Appello, allora cosa rimane da fare? La domanda è: quando i nostri pseudo rappresentanti di una democrazia che viaggia su binari paralleli decideranno davvero che la misura è colma ? quando i sindaci restituiranno davvero le fasce tricolore, come tante volte annunciato ? Solo chiacchiere da bar. La mediocrità della classe politica salernitana, a tutti i livelli, è la sola responsabile di questo sfascio generale di un sistema che oramai non ha più alcun punto di riferimento. Solo chiacchiere, comunicati stampa, dichiarazioni rese solo per apparire. In realtà nessun peso politico e nessuna considerazione dai rappresentanti del Governo, di centrodestra e di centrosinistra che siano. Intanto ad Eboli, giustamente, si festeggia. “Abbiamo vinto una prima importante battaglia in direzione dell’attuazione di una vera ed efficace riforma del sistema giudiziario – ha affermato il sindaco Melchionda – L’Amministrazione Comunale si è opposta con determinazione alla chiusura della sede di Eboli, impugnando tutti gli atti; la nostra voce è stata ascoltata, ed ha determinato una attenta riflessione sui provvedimenti di applicazione della legge delega sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari. Si apre, dunque, uno spiraglio, che lascia ben sperare in una generale e più razionale revisione della riforma, affinché essa tenga conto delle esigenze dei territori”. Potranno mai pronunciare le stesse parole i sindaci del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro, territorio di competenza del tribunale salese? Ma alla fine i sindaci non sono null’altro che lo specchio dei propri cittadini. Quindi è questo quello che meritano i valdianesi o magari, in uno scatto di orgoglio, la gente deciderà, finalmente di scendere in piazza e manifestare tutta la propria indignazione? Certo, mi si dirà mancano i leader, mancano i capipartito, i sindacalisti. Certo, mancano, questo è chiaro. Ma i giovani, quelli che ogni giorno sono costretti a partire per trovare una propria dimensione, quelli neppure hanno nulla da dire? Ecco dunque cosa è oggi il Vallo di Diano. E pensare che tra qualche mese i soliti noti bellimbusti della politica ci verranno a trovare, ancora una volta per chiedere il voto. Una richiesta legittima, siamo in democrazia. Una democrazia malata che miete vittime ogni giorno. Questa volta è toccato a noi.
Lorenzo Peluso

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