Il matematico salernitano Michele Mele interviene alla Plenaria Onu per la campagna “Science in braille”

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“Ho avuto l’onore di tenere un discorso, anche se a distanza, alla plenaria ONU in qualità di Education Officer della campagna “Science in Braille”. Nel mio breve intervento mi sono soffermato su un problema troppo spesso sottovalutato ed ho proposto una soluzione economica, semplice da applicare ed estremamente efficace”.

Così il matematico salernitano, ipovedente, Michele Mele, ricercatore presso il dipartimento di ingegneria all’Università del Sannio, parla dell’interessante appuntamento che ieri lo ha visto tra i protagonisti: la plenaria ONU in cui, in qualità di Education Officer della campagna “Science in Braille” delle Nazioni Unite, promossa anche dalla Royal Academy of Science International Trust di Londra, ha parlato di “MathSpeak” per la corretta presentazione della matematica a voce. Unico italiano del progetto, Michele Mele ha parlato dell’ambiguità della matematica parlata, presentata ad alta voce nelle scuole.

“Se sei uno studente non vedente o ipovedente grave – spiega Mele – e non puoi leggere devi affidarti a come la matematica viene presentata ad alta voce in classe. L’insegnante ha una grande responsabilità: presentare la matematica senza ambiguità. In realtà – dice ancora il matematico salernitano – non è difficile ma molti non ci pensano, è un problema sottovalutato. Giorno dopo giorno, potrebbe crearsi una barriera tra il discente non vedente e una materia fondamentale come la matematica. La soluzione è “MathSpeak”, che è un insieme di regole, facili da imparare, a cui un insegnante deve attenersi nel presentare ad alta voce la matematica in classe. Studi hanno dimostrato che ha una efficacia straordinaria, ma solo alcuni paesi, tra cui Regno Unito e Stati Uniti, hanno adottato questa soluzione nelle scuole. Il mio compito come Education Officer – conclude Mele – è quello di far adottare “MathSpeak” a quanti più paesi e ministeri dell’istruzione possibili, in giro per il mondo”.

“MathSpeak” è stata teorizzata dal matematico americano, non vedente, Abraham Nemeth, di cui Michele Mele ha parlato nel suo primo libro dal titolo “L’Universo tra le Dita. Storie di scienziati ipovendenti o non vedenti”. “Abbiamo bisogno che l’insegnamento della matematica sia completamente accessibile – afferma infine il matematico salernitano -, il nostro compito è quello di abbattere la barriera tra le persone con patologie della vista e la disciplina che spiega la nostra democrazia, il nostro universo e la nostra società”.

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