Giornata della memoria, oggi 80 anni dalla liberazione del campo di Auschwitz

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“Bisogna raccontare cosa è stata la Shoah, cosa sono stati i campi di concentramento, come l’uomo abbia potuto raggiungere così tanta e sistematica malvagia… bisogna raccontarlo nelle scuole, ai bambini, ai ragazzi, ai giovani perché la memoria sia sempre viva, non perda gambe su cui camminare, voci su cui diffondersi”. Commenta cos il Sindaco di Montesano sulla Marcellana Giuseppe Rinaldi, docente presso l’istituto Pisacane di Padula, la giornata di oggi 27 gennaio 2025, in cui ricorre l’80esimo anniversario della liberazione, da parte delle armate russe, degli ostaggi rinchiusi presso il campo di sterminio di Auschwitz ma anche i 20 anni dalla prima celebrazione della giornata della memoria. Gli orrori dell’olocausto nel genocidio da parte dei nazisti contro gli ebrei, ha segnato profondamente l’umanità che, da allora, ha preso coscienza della capacità del male di radicarsi nel cuore degli uomini.

Il superamento dei cancelli del campo di concentramento più noto al mondo, ma non l’unico, rivelarono immagini atroci e le sofferenze vissute da milioni di esseri umani senza nessuna colpa. Prigionieri di una ideologia che aveva deciso di individuarli come nemici senza che, in realtà, la loro esistenza potesse in alcun modo danneggiare l’esistenza di altri. Un pensiero diverso, una religione diversa, ciò che è parte naturale di ogni essere umano visto che è la diversità a rendere ciascuno di noi unico, sono stati motivi di atroci ed inimmaginabili delitti perché, anche se oggi si prova a raccontarlo, in realtà nessuno può capire fino in fondo cosa hanno provato e vissuto le vittime della shoah. Oggi, Giornata della Memoria, sarebbe giusto celebrarla esaltando ciascuno di noi per la sua capacità di essere sempre e comunque diverso dagli altri. Non può essere una religione diversa, un pensiero diverso o un modo di vivere diverso, a renderci meritevoli di disprezzo. La shoah, con tutto il suo orrore e la sua malvagità, non ci ha cambiati.

La differenza di veduta resta motivo di odio. Ecco perché, la Giornata della Memoria, come la Giornata del Ricordo contro le vittime delle Foibe, andrebbero celebrate tutti i giorni per ricordare che, essere diversi, avere un pensiero diverso, vivere la fede in maniera diversa, ecc., non ci rende persone da odiare ma persone speciali in grado di completarci l’uno con l’altro per dirigerci verso un cammino più lungo e più ambizioso procedendo su un percorso che, seppur pieno di ostacoli, non fanno paura.

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