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Un recente articolo pubblicato sulla Rivista Economia del Mezzogiorno ha disegnato un quadro sconfortante per quanto riguarda il fenomeno del gioco d’azzardo in Italia. Sulla base dei dati dell’anno 2013, ultimo anno per il quale è la ripartizione territoriale, si evidenzia come – scrivono nell’articolo Annunziata de Felice e Isabella Martucci – “nel periodo più acuto della recessione economica, l’incidenza della raccolta del gioco d’azzardo sul Pil ha toccato i picchi di oltre il 5% nel 2012 e del 4,4% nel 2013” e mentre «si assisteva a una contrazione della domanda interna di beni e servizi e i consumi delle famiglie calavano del 3%, i giocatori hanno sestuplicato l’ammontare della spese per il gioco d’azzardo”. A guardarci soprattutto lo stato che ha il monopolio. Nel 2012 «il giro d’affari ha toccato gli 84 miliardi, comprendendo tutti i diversi giochi gestiti dai Monopoli e dai 4 Casinò esistenti nel nostro paese: lotto, superenalotto, lotterie nazionali e Gratta e Vinci, scommesse sportive a base ippica, Bingo, apparecchi elettronici come i videopoker». Lo studio evidenzia come la spesa destinata al gioco è maggiore nel Nord, «dove il Pil pro capite si attesta attorno ai 33mila euro o li supera, dopo la Lombardia, regione in cui nel 2013, sono stati raccolti 13 miliardi e 905 milioni, pari al 19,9% del totale nazionale destinato ai giochi, figurano in graduatoria Lazio (Pil pro capite circa 28mila euro) e Campania (dove il Pil pro capite è di circa 16 mila euro (la metà della Lombardia), rispettivamente con l’11,1% (7 miliardi e 785 milioni) e l’8,9% (6 miliardi e 226 milioni)». I giochi a base sportiva di gran lunga la prima è la Campania: 542 milioni di euro. Secondo gli studiosi oggi il nostro Paese «occupa il primo posto nel mercato europeo dei giochi on line, avendo raccolto nel 2012 circa 15 miliardi e mezzo, seguita dalla Francia che non raggiunge neppure i 9 miliardi e mezzo. Tutti attratti dalla possibilità di entrate facile ma che molto spesso però si traducono in ulteriore miseria e si sfocia nella ludopatia. Le fasce deboli e giovani restano le persone più a rischio.