Questa mattina nuovo sopralluogo a Ponte Cappuccini per verificare lo stato dei lavori sul Fiume Tanagro interessato dalle attività di pulizia del letto del fiume. Il presidente del Consorzio di Bonifica Vallo di Diano Tanagro, Beniamino Curcio, insieme ai consiglieri dell’ente consortile Maria Amato e Gianfranco Cavallone, è stato sul posto dove ha potuto constatare lo smantellamento degli enormi isolotti vegetali che si erano formati sul letto del fiume e che ostruivano notevolmente il normale deflusso dell’acqua.
Si tratta di un primo e sommario intervento a cui seguirà presto ance la rimozione della sabbia che fuoriesce ed anche in profondità del letto.
“Nel giro di pochi giorni – commenta il presidente Curcio – il fiume ha assunto già le sembianze di un corso d’acqua regolare e, speriamo, anche meno pericoloso per gli allagamenti, visto l’approssimarsi della stagione invernale. Appena pronte le analisi di laboratorio,- annuncia – proseguiremo con il prelievo della sabbia nella vasca, che sarà reimpiegata per rinforzare e sistemare gli stessi argini del Fiume. Un lavoro, questo, particolarmente significativo, dovendo allontanare dal fiume circa 10-12 mila mc di materiali”.
Si tratta di un intervento molto delicato ma anche particolarmente importante dato che, come spiegato dal presidente Curcio, si tratta di un sito particolarmente vulnerabile e ad alto rischio di allagamento, perché recapito di un fitto reticolo idraulico, non solo di bonifica ma anche di canali e fossi che fanno parte della viabilità provinciale e dell’ANAS.
“Stiamo dando – sottolinea Curcio – una risposta concreta ad un problema che si trascinava da anni e che ha richiesto non poco impegno sul piano tecnico, burocratico e politico. So bene che di fronte alle piene alluvionali non esistono soluzioni miracolose, soprattutto oggi che tali eventi appaiono aggravati da altri fattori, come l’urbanizzazione selvaggia vicino ai fiumi e gli stessi cambiamenti climatici. In ogni caso – continua Curcio – noi come Consorzio stiamo facendo la nostra parte. Ma sarebbe auspicabile che si mettesse mano anche ai canali di pertinenza della viabilità, non di competenza del Consorzio, senza escludere, ovviamente, i tanti fossi privati che non “tirano” più perché smantellati o pieni di terra.