Trasformare l’emergenza cinghiali in opportunità di sviluppo. Con questa idea il Presidente del Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano e Alburni Giuseppe Coccorullo e il direttore Romano Gregorio, hanno avviato una iniziativa attesa da anni finalizzata alla trasformazione della carne di cinghiale da immettere poi sul mercato. Una opportunità di crescita economica che si punta a raggiungere attraverso il contratto sottoscritto con la FMF Carni Srls di Picerno che gestirà le carcasse di cinghiali abbattuti dai 300 selecontrollori abilitati. Come promesso all’atto dell’insediamento dal Presidente Coccorullo, l’ente Parco avvia una gestione concreta della criticità dovuta alla massiccia presenza di ungulati, puntando, nel contempo a creare una filiera della carne da cinghiale consapevole delle caratteristiche organolettiche che la rendono pregiata.
La carne di cinghiale infatti, seppur necessita di una frollatura attenta affinché il processo di invecchiamento dopo la macellazione possa renderla morbida e gradevole al palato, oltre che processi di cottura lunghi, è un alimento ricco di eccellenti valori nutrizionali. La libertà di movimento degli ungulati che ne rafforzano la muscolatura, rendono la sua carne magrissima e, pertanto, poco calorica e con pochissimi grassi. Allo stesso tempo la sua alimentazione prevalentemente basata su frutti selvatici, rendono la carne ricca di antiossidanti. Caratteristiche che l’ente presieduto da Coccorullo ha pensato bene di sfruttare al fine di trasformare la criticità in crescita economica. In questa settimana è previsto un incontro operativo tra il Parco, i responsabili della ditta FMF Carni che ritirerà le carcasse abbattute dai selecontrollori, i presidenti delle associazioni dei selecontrollori che gestiranno i 4 Centri di Raccolta e i veterinari dell’ASL a cui sarà affidato il compito di vigilare sugli aspetti igienico sanitari di tutta la filiera.
Dopo un cospicuo investimento per l’adeguamento funzionale e per la dotazione strumentale dei 4 Centri di Raccolta ubicati nei comuni di Felitto, Roscigno, Morigerati e Cuccaro Vetere, l’Ente Parco ha perfezionato un modello sperimentale di commercializzazione della carne di cinghiale che già a partire dalla prossima settimana darà i suoi primi risultati. “Se saranno confermate le aspettative, – fanno sapere dall’ente Parco – anche in considerazione degli ulteriori 300 selecontrollori che attualmente sono in corso di abilitazione, sarà ampliata la Rete dei Centri di Raccolta mediante il coinvolgimento degli Enti locali del territorio attualmente scoperto”. Una iniziativa in cui crede fortemente il presidente del Parco Giuseppe Coccorullo che, in tal modo, punta non solo a risolvere la criticità dovuta alla massiccia presenza di ungulati ma anche ad adottare misure capaci di creare sviluppo sul territorio. “L’auspicio – dichiarano infatti Coccorullo e il Direttore Gregorio – è che da una forte criticità dovuta ad una esponenziale presenza di ungulati in tutto il territorio nazionale, possa innescarsi un percorso in grado di creare economia ed occupazione.