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Confermata la volontà di ricorrere alla Corte di Giustizia europea contro la riforma della geografia giudiziaria che ha soppresso 30 tribunali minori in tutta Italia. Ieri a Roma l’incontro a cui hanno partecipato i rappresentanti di diversi comuni italiani che si sono visti chiudere i presidi di giustizia sul territorio il 14 settembre del 2013 e che hanno quindi aderito alla proposta del comune di Mistretta per proporre un ricorso alla corte di giustizia europea. Presente anche Sala Consilina con il sindaco Francesco Cavallone che è stato tra i primi comuni ad accogliere e condividere l’iniziativa partita da Mistretta. Un primo incontro ieri mattina per valutare le opportunità effettive di presentare il ricorso che, al termine della riunione è risultato dover essere particolarmente articolato. Ogni comune partecipante, infatti, ha espresso la sua posizione e le motivazioni che spingono verso la richiesta di riapertura del foro di giustizia soppresso da 4 anni. Tutti hanno quindi spiegato il perché la riforma che ha modificato al geografia giudiziaria, così come applicata, non risponde alle esigenze specifiche dei cittadini. Rivolgendosi alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, dovranno essere evidenziate le difficoltà proprio del cittadino di ricorrere alla giustizia e di ottenere risposta in tempi certi. Sono infatti proprio i principi di prossimità e di efficienza della giustizia che, con la soppressione di numerosi tribunali, pare siano venuti meno. Ed è su queste specifiche situazioni che ieri si è dibattuto. Ieri a Roma, oltre al sindaco di Sala Consilina Cavallone che ha portato all’attenzione quelle che sono le specificità dell’ex tribunale di Sala Consilina accorpato fuori regione, fuori provincia, fuori corte d’appello, con uno spacchettamento delle funzioni di giustizia su diverse regione, anche il sindaco di Melfi che ha evidenziato in particolare il concreto rischio di infiltrazioni malavitose nel territorio essendo territorio crocevia tra camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita.