I furti nel Vallo di Diano stanno causando ansie e paure in tutte le comunità, rappresentano una emergenza nel momento stesso in cui si verificano quotidianamente ormai da settimane anche con 3 o 4 episodi nello stesso giorno e nello stesso Comune.
La situazione preoccupa i cittadini e gli amministratori locali.
Ieri sera a Padula, presso la Sala Parrocchiale della Chiesa di Sant’Alfonso si è tenuto un incontro per affrontare la problematica. È stato promosso dai gruppi: Monte San Giacomo nel Cuore e Salesi. Puntava a coinvolgere diverse forze politiche valdianesi per un confronto costruttivo che portasse a un pacchetto di proposte per produrre poi un documento comune da presentare al Prefetto di Salerno Francesco Russo e da portare all’attenzione dei vari Consigli comunali.
È stato un confronto acceso e rispettoso di tutte le idee presentate. A parte sollecitare una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio, le proposte venute fuori riguardano: l”istituzione del “controllo di vicinato” come strumento di sicurezza partecipata tra cittadini, Forze dell’Ordine e Istituzioni, tra l’altro già sperimentato in provincia di Potenza quindi uno strumento di semprlice vigilanza regolamentato per evitare che degeneri in situazioni di rischio. É stato poi proposto l’impiego della Polizia municipale con la riorganizzazione dei turni di lavoro per coprire magari anche le ore notturne e aiutare i Carabinieri ai quali è affidato il controllo dell’intero e vasto territorio. Si è parlato di migliorare e aggiornare i sistemi di videosorveglianza, pare che in alcuni Comuni valdianesi le telecamere presenti non siano utili allo scopo in quanto non riescono neanche a leggere le targhe delle macchine oltre a non essere collegate direttamente alle Forze di Polizia. E si è parlato anche del Commissariato di Polizia nel Vallo di Diano che sembra essere un miraggio per l’iter necessario all’istituzione.
Da settimane la popolazione subisce l’incursione di ladri all’interno delle proprie abitazioni. L’obiettivo della serata era quello di sollecitare la politica a prendere iniziative che restituiscano serenità. Non era una protesta ma uno stimolo a collaborare, a fare ognuno la propria parte e a fornire suggerimenti per fronteggiare la deprecabile situazione che si è venuta a creare.