In vista delle prossime elezioni regionali a cui, secondo la normativa vigente l’attuale presidente non potrebbe ricandidarsi in quanto ha già svolto per due mandati consecutivi il ruolo di governatore, sta cercando un escamotage che gli consenta di ripresentarsi come presidente della Regione indipendentemente dalla volontà del suo partito che avrebbe già manifestato contrarietà ad un terzo mandato per De Luca.
Il governatore originario di Salerno, però, pare non essere disposto ad accettare la fine della sua esperienza governativa e, insieme ai legali e a giuristi, sarebbe al lavoro per individuare un cavillo che ne consentirebbe la ricandidatura e dunque di ricoprire il ruolo di Presidente della Regione Campania per la terza legislatura volendo imitare il collega Luca Zaia che, però, ha avuto la possibilità di svolgere tre mandati per un immediato intervento del consiglio regionale post emissione della legge in cui venivano stabiliti i limiti massimi per le candidature alla carica di presidente della giunta regionale.
La Regione Veneto, nel recepire le direttive della normativa del 2004, aveva stabilito che, il conteggio dei mandati, prendesse il via dalla successiva tornata elettorale e, pertanto, il Presidente Zaia, che aveva già ricoperto un mandato, ha avuto modo di ricandidarsi per altri due mandati. La situazione in Campania, come anche in Puglia, è decisamente un po’ più complicata dato che, secondo quanto emerso ed è stato oggetto di valutazione per l’estate, la Regione Campania, non avendo mai recepito la disposizione legislativa del 2004 in materia del limite di due mandati e quindi disporre eventuali modifiche adeguate alla Regione, deve procedere sulla base della normativa nazionale.
In ogni caso, anche volendo apportare modifiche sul limite dei due mandati ipotizzando anche il terzo mandato, pare che, tale tipo di operazione, potrebbe non essere comunque valida dato che, la normativa nazionale del 2004, consente alle regioni di effettuare modifiche ai limiti di mandato ma solo a patto che siano peggiorative e dunque più restrittive rispetto a quanto stabilito dalla legge 165 del 2004. Ossia, potrebbe dunque limitare a 1 solo mandato oppure potrebbe consentire una eventuale ricandidatura del presidente che ha svolto già due mandati fissando dei termini minimi di non candidabilità.
Un nodo difficile da sciogliere e che sta tenendo con il fiato sospeso la politica campana e gli eventuali candidati a sostegno dell’uscente che temendo, in caso di ricandidatura per il terzo mandato di Vincenzo De Luca, come sembra stia cercando di fare ipotizzando una successiva vittoria, di incorrere in ricorsi degli avversari alla Corte Costituzionale che potrebbe decidere la decadenza e l’inammissibilità delle liste collegate a De Luca