Ieri a Palazzo Sant’Agostino c’è stata una riunione per raccogliere le proposte in merito al Dimensionamento della rete scolastica. C’era l’Assessore Regionale all’Istruzione Lucia Fortini, il Presidente della Provincia Franco Alfieri, il Consigliere provinciale delegato alla scuola Martino D’Onofrio e il provveditore Mimì Minella, i sindaci e i dirigenti scolastici provinciali.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha emanato un Decreto per: “la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi per il triennio 2024-2025, 2025-2026, 2026-2027”. Il decreto prevederà un numero di 961 alunni quale condizione per ogni Istituto scolastico di mantenere l’autonomia e scongiurare tagli. Ad oggi il limite è di 600 alunni per grandi centri e 400 per quelli piccoli e la Campania ha 865 sedi scolastiche normodimensionate. Secondo il Ministro dell’Istruzione e del Merito, in base a questi parametri, tra un anno le sedi scolastiche della Campania scenderebbero a 839.
“Il dimensionamento scolastico – ha dichiarato la Fortini – non riduce il numero dei plessi ma l’organico successivo all’accorpamento sì. Se crolla l’organico del personale Ata con gli accorpamenti non si potranno lasciare i plessi aperti. Questo significa che i plessi saranno chiusi. A seguito del dimensionamento si rischia la chiusura dei plessi”. A partire dal 2024, secondo la Regione, sono 41 le scuole salernitane destinate a perdere il preside e ad essere accorpate con conseguenze negative anche sull’organico.
Dalla riunione di ieri è venuto fuori che: “La Regione Campania contesta questa previsione di riduzione ed intende ribadire in tutte le sedi consentite il dato di fatto attuale pari ad 865 sedi scolastiche normodimensionate. Quindi Regione, Provincia, i Comuni e Istituzioni scolastiche saranno compatti nel difendere l’attuale piano di dimensionamento scolastico portando avanti azioni congiunte e, nel contempo, individuare quei possibili cambiamenti nel piano in grado di attenuare le conseguenze del Decreto Interministeriale, nel caso diventi legge.