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Salerno batte Palermo e Caserta in una classifica decisamente poco lusinghiera. Il Sole 24 ore ha pubblicato la classifica dell’indice di criminalità in Italia. E se la maglia nera nella classifica generale, se l’aggiudica Milano, insieme a Rimini e Firenze rispettivamente al secondo e terzo posto, Salerno si posizione al 5 posto nella classifica specifica dedicata alla diffusione di reati di tipo mafioso.
La maglia nera per la diffusione della criminalità a Milano, deriva in particolare per l’alta concentrazione di reati come furti, rapine, estorsioni, truffe e frodi, violenze sessuali, infanticidi, rendendo il capoluogo lombardo la città meno sicura e più pericolosa d’Italia.
Se nella classifica generale Salerno si posizione al 46esimo posto, con le prime posizione occupate da città del nord, il meridione, purtroppo continua aÂÂÂÂ distinguersi per l’alta concentrazione di organizzazione di tipo mafioso con Salerno che avanza notevolmente nella classificaÂÂÂÂ specifica arrivando a superare città che, nell’immaginario collettivo, si sono sempre distinte per l’alta concentrazioni di organizzazione di tipo mafioso.
Delle 106 provincie esaminate, ai primi posti si vedono solo città del sud con le prime due posizione di questa terribile classifica che se le aggiudica la Calabria con Reggio Calabria e Crotone. Terza Napoli seguita da Enna. E al 5° posto troviamo Salerno. Una posizione che non rende certo merito alla provincia se si pensa che la concentrazione di organizzazioni mafiose sul territorio ha superato anche città come Catania, al 6° posto, Bari al 10°, Caserta al 16°e addirittura Palermo posizionata al 18esimo posto della classifica meglio anche di Roma al 17°.
Notizia positiva sembra essere la predisposizione delle comunità a denunciare. Sul quotidiano Il Mattino, infatti, il Questore di Salerno Maurizio Ficarra, rilasciando un’intervista ha spiegato come i dati emergono in virtù delle denunce effettuate. Ciò significa che oggi vi è più consapevolezza e più coraggio nel denunciare i reati consentendo anche alle forze di polizia di intervenire.
Un dato che comunque non meraviglia il questore che nell’intervista spiega come la classifica rispecchi quanto più volte denunciato in passato e sull’appetibilità del territorio per le organizzazioni criminali provenienti da altre province. Il fattore denunce però resta importante per il questore che ribadisce come, in tal modo, si riescono ad assicurare alla giustizia il 70% dei malviventi
Anna Maria CAVA