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La Corte dei Conti si è pronunciata sul ricorso di urgenza con cui la procura regionale della Corte dei Conti aveva imposto alle aziende sanitarie e ospedaliere di cancellare i ruoli primariali in esubero. Ieri il giudice Pasquale Fava si pronunciato e ha sentenziato che l’adeguamento ai parametri standard (numero di primari per posti letto e per abitanti) determinato dal decreto del Commissario per il piano di rientro (all’epoca Stefano Caldoro) e quindi l’immediata soppressione delle unità operative complesse (primari), semplici e semplici- dipartimentali, non spettava alla procura. Smentendo le tesi della stessa procura, il giudice assolve i manager e i commissari. Pur considerando l’esigenza di dover contenere la spesa pubblica tuttavia i tagli di strutture e personale sanitario e gli accorpamenti di reparti devono – spiegano i giudici “essere sempre effettuati considerando anche gli obiettivi primari di tutela della salute pubblica e dell’utenza”. In sintesi prima il diritto alla salute poi i risparmi. Infatti nella sentenza di legge come “Non è possibile applicare nell’ambito dei servizi essenziali destinati alla persona umana (quali sanità, sicurezza, scuola e giustizia) criteri automatici e meccanici del tipo di quelli invocati dalla procura regionale”. Inoltre il giudice Fava sottolinea come la procura muova da un presupposto errato in quanto “ritenere che tutte le aziende sanitarie campane avrebbero dovuto (entro il 10 giugno 2013) sciogliere e far cessare tutti gli incarichi dirigenziali in essere, previa identificazione di strutture in esubero o inutili” viola qualsiasi principio giuridico.