C’è anche il presidente della Regione Vincenzo De Luca insieme con cinque componenti dell’unità di crisi della Regione tra coloro che andranno a giudizio dinanzi ai giudici della Corte dei Conti per la smart card introdotta in Campania finalizzata a dimostrare che si era vaccinati contro il Covid.
Secondo l’accusa, la produzione delle card sarebbe stata una spesa “ingiustificata” in quanto si sovrapponeva al green pass nazionale. A indagare sulla vicenda è stata la Guardia di Finanza. L’invito a dedurre agli indagati venne notificato lo scorso agosto: si trattava di una formale richiesta di fornire entro 30 giorni giustificazioni per il presunto danno erariale. In riferimento all’attestato digitale di vaccinazione anti covid, la cui distribuzione venne poi sospesa dal momento che, nello stesso periodo, il Governo introdusse il Green Pass, i sostituti procuratori contestano un danno erariale da oltre 3,7 milioni di euro suddiviso in percentuale diverse per ciascuno dei sei indagati. Al governatore viene contestato il 25% del danno complessivo, pari a oltre 928mila euro.
“La nostra linea difensiva resta quella che abbiamo sempre evidenziato, ovvero che la ‘smart card’ non si trattava affatto di un doppione, ma aveva finalità ulteriori e diverse rispetto al Green pass, così come risulterà dalla documentazione”, è la difesa della Regione Campania.