Corsi di formazioni fittizi, 30 imprese tra Basso Cilento e Vallo di Diano coinvolte nell’operazione della GdF di Agropoli

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Sono ancora in corso le attività della Guardia di Finanza per il recupero delle somme di cui 274 imprese italiane hanno beneficiato nell’ambito dei progetti di formazione per i dipendenti del Piano Nazionale Industria 4.0.

Corsi di formazione in realtà mai seguiti dai dipendenti ma che avevano fruttato alle imprese coinvolte e che si erano affidate alla società cilentana avente sede a Cicerale per la partecipazione ai corsi, fingenti somme per i crediti di imposta goduti fino a cifre importanti come 300 mila euro per ciascuna società. Le indagini, partite da verifiche effettuate dalla Guardia di Finanza di Agropoli al comando del Capitano Alessandro Brongo, hanno permesso di scoprire una frode di circa 57 milioni di euro a danno dello Stato per imprese ubicate in diverse aree del territorio nazionale.

Un numero consistente di imprese che hanno beneficiato dei crediti d’imposta generati artificiosamente negli anni tra i 2020 e il 2021, sono state individuate anche nel Vallo di Diano. Circa 30 delle 274 imprese coinvolte,  hanno sede nell’area del Vallo di Diano, area potentina al confine con il comprensorio valdianese, ed il Cilento. Imprese che, attraverso il meccanismo fraudolento scoperto dalle fiamme gialle di Agropoli, erano riusciti ad ottenere la compensazione di crediti per attività formative rivolte ai dipendenti delle imprese e mai eseguite.

“L’operazione – spiega il Capitano Alessandro Brongo, comandante della Guardia di Finanza di Agropoli da cui è partita l’indagine – è tuttora in corso con attività finalizzate al recupero delle somme sottoposte a sequestro. Trattandosi di importi considerevoli, dato che, ciascuna impresa poteva beneficiare di crediti d’imposta fino a 300 mila euro, si sta procedendo, laddove non vi è la disponibilità liquida sufficiente, con il sequestro di beni mobili, immobili e quote societarie. Inoltre – spiega il Capitano Brongo – non è escluso che, anche l’Agenzia delle Entrate, possa provvedere al recupero di somme fiscali dato che, le imprese coinvolte nelle indagini, hanno goduto di crediti d’imposta non genuini a danno dello Stato”.

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