Consorzio Centro Sportivo, la replica dei sindaci: “Semplicistico essere definiti morosi. Spiegare ragioni”

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Si attendeva, ed è arrivata, la replica da parte dei sindaci del comprensorio che sono stati ritenuti responsabili della Messa in liquidazione del Consorzio Centro Sportivo Meridionale con conseguente rischio chiusura della piscina sportiva.

All’indomani dalla decisione della messa in liquidazione dell’ente, il presidente Vittorio Esposito aveva puntato il dito contro i sindaci dei comuni soci fondatori che non avevano versate le quote consortili provocando un forte indebitamento dell’ente.

A distanza di qualche giorno arriva ora la replica con la lettera indirizzata al Consiglio d’amministrazione del Consorzio Centro Sportivo Meridionale ed al presidente, i sindaci annunciando l’apertura ad individuare soluzioni per il mantenimento delle attività sportive, manifestano anche il loro disappunto nell’essere definiti morosi senza che vangano analizzate e spiegate le ragioni.

“La vicenda – scrivono nella lettera – si  inserisce in  un  quadro di rapporti politici, giuridici, finanziari ben più articolato e complesso di come risulta, invece, tracciato dai vertici del Consorzio nel corso dell’Assemblea del 18 novembre e sui giornali”.

Evidenziando come i comuni, così come l’ente consortile sono chiamati alla gestione di risorse economiche pubbliche, da farsi con la massima attenzione, si mostrano critici nei confronti di chi ha puntato il dito contro i comuni che non hanno pagato.

“È semplicistico – si legge – far apparire  numerosi Comuni come “Pessimi Pagatori” senza riferire le ragioni sottese alle  contestazioni, prima, e al rifiuto di pagamento, poi, rivolto da anni avverso chi ha gestito il Consorzio Centro Sportivo Meridionale”.

Un passaggi importante lo dedicano anche al tema delle attività all’interno del complesso. “Preoccupa  – scrivono i sindaci -rassicurare i cittadini del territorio che i  servizi connessi allo sport, attualmente gestiti dal Consorzio, dovranno continuare ad essere erogati non potendo consentire che un patrimonio significativo in termini sociali ed economici venga liquidato in modo sommario da chi fino ad oggi lo ha  gestito, praticamente in  solitudine, e senza  adeguata condivisione.

Questi Comuni, – dichiarano in conclusione – oggi ingiustamente definiti morosi, manifestano un  intento unanime forte e  risolutivo per garantire la  continuità  al servizio  e la tutela del patrimonio, anche attraverso l’adozione di  soluzioni innovative di gestione dell’impianto”.

Anna Maria CAVA

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