Confermato il calendario scolastico, il governo mantiene la linea rigorosa: si torna in classe il 10 gennaio. In questa quarta ondata la dad solo se strettamente necessaria, forse ci saranno delle modifiche per quanto riguarda quarantene e distinzioni tra vaccinati e non nelle classi.
Le Regioni spingono per eliminare il distinguo e per aumentare la soglia di positivi superata la quale le classi finiscono in Dad.
Alcuni governatori hanno espresso preoccupazione, Vincenzo De Luca dalla Campania ha addirittura proposto di rimandare di 20-30 la ripresa delle lezioni in presenza per “raffreddare il contagio”.
“L’ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati – dichiarava ieri – mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate e mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare in questi giorni la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca. Non sarebbe di certo una misura ideale, ma – conclude – consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico”.
Preoccupano i dati che – come riporta l’ANSA – riguardano i casi di positività tra i più piccoli: circa un contagio su quattro dice la Società Italiana di Pediatria, riguarda nell’ultima settimana gli under 20 e in un mese i ricoverati sono stati 791; intanto la campagna vaccinale, nella fascia 5-11 anni, raggiunge appena il 10% di immunizzati contro il 70% della fascia 12-19 anni.
A chiudere definitivamente la questione è però palazzo Chigi, la cui linea è quella di tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità.