I 15 comuni del Vallo di Diano sono stati chiamati a indire, entro 60 giorni, i consigli comunali per pronunciarsi sulla proposta di legge che dovrebbe portare alla fusione, in un unico comune, di tutti i 15 comuni del Vallo di Diano. Le delibere saranno necessarie per poter decidere sul prosieguo dell’iter di fusione che dovrebbe portare alla costituzione di un unico comune con sede, inizialmente e fino a quando non sarà definito lo statuto, a Sala Consilina. Una proposta di fusione raccolta in 6 articoli che si rifà, come riportato espressamente nel testo, ad un vecchia proposta del Sen. Enrico Quaranta e del consigliere regionale Gerardo Ritorto, dei primi anni ’80. Iniziativa che, come si legge nel testo dei 9 consiglieri regionali attuali “è confluita in diverse proposte di legge presentate nel corso delle ultime legislature regionali, e mai esitate positivamente”.
Martedì scorso, 19 aprile, nei comuni valdianesi è arrivata la richiesta, a firma del presidente della Commissione Affari Istituzionali della Regione Campania, di convocare i consigli comunali, non per deliberare sulla proposta di referendum, come fatto negli anni passati, ma per pronunciarsi definitivamente sulla proposta di fusione di tutti i 15 comuni in un unico comune.
Una ipotesi che, a parere dei promotori della proposta di legge, dovrebbe portare come benefici, come si legge nella scheda di Analisi di Impatto della Regolamentazione: “una migliore e più efficiente concentrazione delle risorse pubbliche disponibili; una migliore e più efficiente programmazione ed esercizio delle politiche di gestione del territorio; una più efficiente organizzazione del sistema tributario, sia in termini di accertamento che di riscossione dei tributi e tariffe; una ottimizzazione dei servizi da rendere ai cittadini e delle prestazioni afferenti alle funzioni fondamentali di competenza dell’Ente“.
L’ipotesi, a parere dei promotori, dovrebbe portare ad una riduzione dei costi della politica in quanto vi sarà un accentramento della gestione amministrativa dei 15 comuni in un solo comune con sede da definire in fase di realizzazione di uno statuto comunale, prevedendo, nella proposta di legge, che la transizione sarà guidata da un commissario che resterà in carica fino alle elezioni del nuovo consiglio comunale, anche se, va evidenziato, nello stesso documento viene riportato che, la riduzione della rappresentatività dei diversi comuni sciolti e confluiti in un unico comune, dovrebbe essere compensata con “la previsione di municipi dotati di organi eletti a suffragio universale diretto“.
Laddove i consigli comunali si pronunceranno favorevolmente all’ipotesi di fusione, sarà valutata l’indizione di un referendum consultivo senza quorum, come espressamente riportato nello stesso documento sottoscritto dai 9 consiglieri regionali, tra cui il consigliere regionale Pellegrino, a differenza di quanto invece dichiarato all’indomani della presentazione della proposta. L’ex sindaco di Sassano dichiarava in data 14 aprile che: “Nel firmare la proposta di legge sull’istituzione del Comune Unico Vallo d Diano abbiamo assunto l’impegno che a decidere siano i cittadini. Per tale motivo ritengo che il quorum al 50% nel referendum consultivo sia imprescindibile”. Un impegno che, però, non è stato confermato sul testo della proposta di legge sottoscritta dove viene espressamente citato come riferimento per il referendum l’articolo 29 della legge regionale che “dispone – si legge sul documento – che il referendum è valido qualsiasi sia la percentuale dei votanti interessati alla consultazione referendaria“. Pertanto, nel documento su cui i comuni dovranno pronunciarsi, non si fa menzione ad un eventuale referendum con quorum al 50% come invece dichiarato dal consigliere regionale valdianese promotore dell’iniziativa