Recentemente dai Comuni di Monte San Giacomo e Teggiano, prima ancora da Sanza lo scorso aprile, è arrivato il segnale forte di non condivisione del progetto relativo al Comune Vallo di Diano.
I 15 Enti valdianesi sono stati chiamati a convocare i consigli comunali per pronunciarsi sulla proposta di legge che dovrebbe portare alla fusione di tutti i 15 comuni del Vallo di Diano. Le delibere sono necessarie per poter decidere sul prosieguo dell’iter.
Dalla Regione la I Commissione Permanente Affari Istituzionali ha inviato lo scorso 19 aprile una nota chiedendo agli Enti di convocare il Consiglio Comunale entro 60 giorni per pronunciarsi proprio sulla proposta.
3 dei 15 Comuni si sono espressi.I tre enti hanno infatti hanno deliberato di revocare il parere favorevole espresso a Monte San Giacomo con le delibere di Consiglio Comunale n. 16/2014 e 5/2016, a Teggiano con la n. 5 del 18/02/2017, a Sanza con la n. 18/2014 e 7/2016. Non solo. Tutti e tre i Comuni hanno, contestualmente, espresso parere negativo alla proposta di legge “Istituzione del Comune Vallo di Diano mediante la fusione dei quindici Comuni” del 6 Aprile scorso.
Le motivazioni sono grossomodo identiche.
“L’idea di Città Vallo, ascrivibile ai compianti sen. Quaranta e on. Ritorto, oltre che a Paolo Portoghesi – si legge – ha rappresentato, negli anni 80, un fattore identitario e di battaglia politica importante, intorno al quale si era determinato un fermento politico, culturale e sociale figlio di quel periodo storico. A distanza di quarant’anni e senza un lavoro preliminare analogo a quello dell’epoca, basato su una programmazione puntuale, dettagliata e precisa, è del tutto aleatorio, oltre che potenzialmente dannoso per le nostre comunità, immaginare una sommatoria nuda e cruda di abitanti di Comuni sì limitrofi e appartenenti a un’area omogenea, ma ciascuno con una propria vocazione e una propria identità che solo attraverso un poderoso lavoro preliminare di analisi, di studio e di progettazione, potrebbero fondersi dando vita a una città, e non a una giustapposizione di quindici municipalità; la particolare situazione determinatasi dopo la pandemia, peraltro, ha generato possibilità che al momento ciascun comune sta cercando di cogliere sulla base delle proprie potenzialità, oltre che delle singole esigenze. Sarebbe assolutamente impensabile, in piena corsa per le misure del PNRR, imbarcarsi in un progetto che, per quanto suggestivo, allo stato non è praticabile”.