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Nuove scoperte sono state fatte di recente sull’uomo di Neanderthal grazie a importanti studi condotti dagli archeologi dell’università di Oxford, che hanno preso in esame anche i reperti provenienti dalle grotte di Castelcivita, il cui ruolo è importantissimo nellaÂÂ ricostruzione della Preistoria, dal momento che conservano evidenti tracce della presenza dell’uomo di Neanderthal che le abitava.
Lo studio di Oxford, condotto in collaborazione con diversi ricercatori delle università di Genova, Trento, Ferrara e Siena, è stato pubblicato su Nature ed evidenzia che l’uomo di Neanderthal si è estinto ben prima di quanto si pensasse, circa 40.000 anni fa. La sua scomparsa dal continente europeo è avvenuta gradualmente, a macchia di leopardo, dando così la possibilità di ‘incontri ravvicinati’ con gli uomini moderni che avevano già fatto la loro comparsa in diverse zone, come nel sud Italia.
A rivelarlo è la datazione ultra precisa dei reperti archeologici raccolti in 40 siti sparsi dalla Russia fino alla Spagna. E per quanto riguarda l’Italia, in particolare, sono stati studiati i reperti provenienti dalla Grotta del Cavallo e dal Riparo l’Oscurusciuto in Puglia, dal Riparo Bombrini in Liguria, dalla Grotta di Fumane in Veneto e, appunto, dalle Grotte di Castelcivita in provincia di Salerno.
Secondo la nuova ricostruzione, l’estremo rifugio degli ultimi Neanderthal prima dell’estinzione sarebbe stata la Francia circa 40.000 anni fa, mentre non ci sono prove che confermino la presenza di superstiti oltre questa epoca nella penisola iberica. I reperti esaminati sono stati sottoposti ad una innovativa tecnica di datazione ad altissima precisione, messa a punto nei laboratori di Oxford, basata sulla spettrometria di massa con acceleratore.
Antonella D’ALTO