Vengono i brividi a pensare che, una delle maggiori eccellenze sanitarie d’Itali, in particolare per ciò che riguarda la cardiochirurgia, operava in Campania e ancor più nel salernitano ma, decisioni assunte da vertici aziendali e dalla Regione in materia sanitaria, hanno portato tali eccellenze a recarsi fuori regione dove sono state in grado di creare dei veri e propri centri di eccellenza cardiologica con numeri importanti di interventi eseguiti e di successi raccolti con una percentuale di mortalità, nonostante i casi difficili da trattare, notevolmente più bassa rispetto alla media nazionale. Il Prof. Severino Iesu e la sua equipe, in pochi mesi presso l’Ospedale Cardarelli di Campobasso, hanno eseguito ben 500 interventi con una percentuale di mortalità e dunque di insuccesso di appena il 2% rispetto all’oltre 4% della media nazionale. Data che partono da ottobre 2023, quando il Dott. Iesu è giunto a Campobasso dopo una serie di difficoltà e di polemiche che lo avevano visto messo da parte presso l’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno a causa anche della creazione di un secondo reparto fotocopia di cardiologia la cui guida è stata affidata a Enrico Coscioni, attualmente sospeso dal servizio per una inchiesta avviata da procura per la morte di un uomo a seguito intervento chirurgico effettuato dallo stesso Dott. Coscioni e dalla sua Equipe. Secondo i dati esposti dall’Ospedale di Campobasso, dove attualmente opera il Dott. Iesu, pare che l’Unità di Cardiochirurgia dallo stesso diretta a partire dallo scorso 1 ottobre e fino al 15 luglio, sono stati eseguiti 415 interventi chirurgici con l’80% dei pazienti molisani che si rivolgono al centro cardiochirurgico della loro regione per le cure necessarie, riducendo, di conseguenza, la mobilità passiva per le cure con una riduzione anche dei costi della sanità regionale, dato che, si sono ridotte notevolmente anche le uscite dei denaro verso altre regioni. Secondo i dati presentati, inoltre, pare che, dall’arrivo dell’ex primario di Cardiochirurgia del Ruggi di Salerno a Campobasso, si sia registrato anche un incremento della mobilità attiva con la sanità della Regione molisana che, dunque, può vantare maggiori entrate provenienti da altre regioni. Una notizia che non può essere considerata positiva per chi, da anni, si batte contro la mobilità passiva in sanità, ritenuta una delle piaghe da combattere al fine di poter garantire un servizio sanitario efficiente e capace di rispondere adeguatamente alle necessità dei pazienti e degli utenti delle strutture sanitarie che, invece, per poter ricevere adeguate cure, sono costretti a rivolgersi altrove e sempre più fuori regione. Lascia quindi basiti sapere che, una eccellenza italiana nel campo della Cardiochirurgia operava a Salerno potendo dunque portare al Ruggi i risultati che, invece, ora vanta lì’ospedale di Campobasso.