Il tema carceri è tutto da approfondire, soprattutto nell’area a sud di Salerno, dove si registrano due pareri opposti sulla presenza o meno di una struttura penitenziaria sul territorio. Mentre nel Vallo di Diano l’amministrazione comunale di Sala Consilina non si arrende alla chiusura dell’istituto penitenziario avvenuta nel 2017, a Vallo della Lucania c’è chi chiede la chiusura del carcere presente al fine di destinare la struttura a scopi culturali e sociali.
A Sala Consilina la battaglia continua con forza per la riapertura di una struttura che, in passato, aveva sempre messo in atto numerose azioni di natura rieducativa e di reinserimento sociale, peraltro ritenuta di fondamentale importanza anche per il Tribunale di Lagonegro che ne aveva chiesto con forza il mantenimento. Azioni che l’amministrazione salese continua tuttora a mettere in atto attraverso continue interlocuzione e invio di atti a ministero e Regione oltre che a tutti gli enti competenti.
Da Vallo della Lucani, invece, si chiede la chiusura della struttura in funzione. Il Comitato Sviluppo Cilento ha infatti inviato una nota al Ministero della Giustizia e per conoscenza al Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria e al Sindaco di Vallo della Lucania, per chiedere la chiusura del Carcere di Vallo della Lucania e la successive riconversione dell’edificio dell’ex convento che da decenni ospita l’istituto penitenziario, a sportello di cultura e legalità. Nella nota il referente del Comitato Sviluppo Cilento, punta soprattutto l’attenzione sulle condizioni, ritenute poco dignitose, in cui versa la struttura carceraria.
Una inadeguatezza strutturale che, a parere del comitato, mortifica la dignità dell’essere umano in barba alla definizione di istituto di rieducazione e riabilitazione, funzioni a cui la pena carceraria dovrebbe essere destinata. Così come risulta anche poco dignitosa la condizione in cui lavorano gli operatori e gli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio a Vallo della Lucani.
“La struttura- spiegano nella nota – è completamente inadeguata alla detenzione di qualsiasi tipo di essere umano, perché vengono calpestati i più elementari diritti umani: si pensi che le celle per le poche decine di carcerati, sono le celle dei monaci sotto il livello stradale, senza areazione e con pochissima luce. Anche gli uffici sono inadeguati anche per il personale di polizia penitenziaria e amministrativo”. Per il comitato, quindi, le condizioni in cui versa la struttura sono del tutto inadeguate per accogliere essere umani e, pertanto, ritengono più giusto prevederne la chiusura. “Siamo fermamente convinti che la struttura debba essere chiusa e riconvertita a ruoli civili e diventare punto di riferimento di tutti i giovani del Cilento. Una battaglia civile e morale – concludono – dalla quale nessun uomo che ha ruoli di governo o sindacali può sottrarsi”