Carcere Sala Consilina. Il Consiglio di Stato lo chiude definitivamente?

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Il carcere di Sala Consilina chiude definitivamente i battenti? E’ la domanda che ci si pone all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che si è pronunciata sul ricorso presentato dal Ministero della Giustizia avverso alla sentenza del Tar di Salerno del 2016 che aveva dato ragione al Comune di Sala Consilina circa la permanenza del carcere nel comune valdianese. Come si legge nella sentenza il Consiglio di Stato accoglie solo parzialmente il ricorso del Ministero. Per i giudici la chiusura è stata legittima anche se “la situazione [..] avrebbe richiesto un coinvolgimento delle parti originarie ricorrenti in quanto rappresentanti la collettività locale e la classe forense locale […] onde porli in condizione di partecipare al procedimento relativo”. In sintesi il Comune doveva essere coinvolto nella decisione. La vicenda è iniziata il 27 ottobre del 2015 quando il decreto ministeriale del Ministero della Giustizia aveva disposto la soppressione della casa circondariale. Il comune di Sala Consilina aveva presentato ricorso avverso a tale decreto con il Tar di Salerno che nel 2016 aveva dato ragione al comune sottolineando come il decreto ministeriale avesse violato il principio dellaterritorialità dell’esecuzione penale e non avesse considerato la circostanza della unicità del carcere di Sala Consilina. Da qui l’appello presentato dal Ministero della Giustizia al Consiglio di Stato che nella sentenza di ieri cambia in parte le carte in tavola. Nessuna violazione del principio di territorialità dell’esecuzione della pena in quanto “il penitenziario di Sala Consilina non è l’unico penitenziario limitrofo al Tribunale di Lagonegro in quanto il predetto Tribunale è servito dalla casa circondariale di Castrovillari, che dista solo 75 chilometri (mentre il penitenziario di Sala Consilina dista circa 40 chilometri)”. Inadeguatezza della casa circondariale di Sala Consilina è un altro punto della sentenza. Inadeguatezza in termini di dimensioni, sicurezza, stato tant’è che “rimetterla in una condizione di piena funzionalità implicherebbe – si legge – una spesa e una sottrazione di mezzi assolutamente anti economica”.Il carcere intanto resta chiuso in attesa di capire quale effetto produrrà questa sentenza. 

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