Siamo al 10 ottobre e in Campania si riaccende la polemica intorno al budget per analisi e visite erogate in regime convenzionato. I tetti di spesa sono esauriti. E il mese prossimo si preannuncia anche peggio: gli esami saranno a pagamento dal secondo giorno.
I centri convenzionati con la Regione non hanno soldi a disposizione e i cittadini sono costretti a pagare o aspettare i tempi biblici delle strutture pubbliche. Ad essere colpite maggiormente penalizzate sono le fasce deboli.
Negli anni scorsi – si legge su LaCittà – il tetto di spesa per i laboratori privati era fissato per settore e quindi la copertura si esauriva, spesso, tra l’estate e l’autunno. La Regione Campania poi ha deciso un tetto di spesa per ogni struttura convenzionata da spalmare su 12 mesi. Una soluzione che non ha risolto il problema. Nella prima parte dell’anno il limite massimo si raggiunge nei primi 15 giorni del mese, man mano che si procede, accumulandosi le richieste di chi non è riuscito ad avere analisi e visite col ticket, il tetto si esaurisce già nei primi giorni del mese. Come è accaduto ora e come accadrà a novembre.
L’alternativa, come sempre, restano le strutture pubbliche. Ma qui si rischia di intasare gli ospedali e gli ormai noti tempi lunghi portano a programmare le prestazioni a mesi di distanza.
L’ennesimo blocco dell’assistenza sanitaria perchè quello dei tetti di spesa in Campania è un problema antico che va sempre in danno dei cittadini che si trovano così di fronte al dilemma: pagare per intero il costo della prestazione, per chi può permetterselo, o aspettare.