Campagna, 15enne morto folgorato: dopo 8 anni assolti genitori, zio e l’elettricista

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Morì folgorato nel cortile di casa a Campagna a soli 15 anni: genitori, zio ed elettricista assolti dall’accusa di omicidio colposo.

La sentenza è stata pronunciata dalla terza Sezione penale del Tribunale di Salerno, al termine di un processo delicato, durato quasi 8 anni, durante i quali sono maturati anche i termini per la prescrizione del reato, alla quale però il padre e la madre della giovanissima vittima hanno rinunciato affinché fosse stabilita, dalla legge, la loro estraneità al dramma dopo l’immenso dolore causato dalla prematura ed atroce scomparsa del figlio.

La tragedia, avvenuta la sera del 19 agosto del 2014: l’adolescente Michele Iannece stava innaffiando le aiuole con un tubo di plastica, quando fu improvvisamente investito da una violenta scarica elettrica, morendo purtroppo sul colpo. Secondo i rilievi investigativi, a causare la scossa letale fu un cavo elettrico scoperto, collegato al cancello automatico d’ingresso, posizionato tramite un artigianale bypass nel pozzetto di raccolta delle acque piovane.

Per tale motivo il papà, la mamma e lo zio del ragazzino, insieme al tecnico manutentore furono accusati di omicidio colposo in concorso per imprudenza, negligenza ed imperizia. L’impianto di alimentazione del cancello, infatti, risultò non conforme alle vigenti normative ed estremamente carente dal punto di vista della sicurezza. Furono così rinviati a giudizio, nel 2015, tutti e quattro gli indagati.

Le tesi della pubblica accusa, però, sono state smontate dal collegio difensivo degli imputati che al termine dell’udienza conclusiva, ha ottenuto l’assoluzione piena “perché il fatto non sussiste”. Una sentenza nel merito emessa nonostante la prescrizione del reato: fattore che, presumibilmente, indurrà la Procura a non presentare ricorso in Appello.

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