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Si concluderà a gennaio 2019 il processo di riforma delle utenze elettriche e del gas con la regolamentazione delle tariffe energetiche come disposto dall’Autorità per l’Energia Elettrica e per il Gas e che ha già toccato numerosi piccoli consumatori. Un procedimento di riforma che, passando da un periodo di transizione, partita nel 2015 e che, per effetto di una nuova proroga, si concluderà a gennaio 2019, con il superamento del sistema tariffario progressivo equiparando definitivamente le tariffe indipendentemente dai volumi di consumi. Con la riforma delle tariffe emanata nel 2015, si prevedeva l’eliminazione della disuguaglianza tra residenti e non residenti, mentre si punta ad incentivare il ricorso all’energia sostenibile.
Un percorso possibile grazie anche ad una serie di incentivazioni riservate a chi vuole realizzare impianti e sistemi energetici di alta sostenibilità. Finanziamenti che necessitano di fondi economici importanti. Fondi reperiti dagli stessi utenti attraverso gli Oneri di Sistema, voci inserite nelle bollette. Ma non è tutto. A breve sono previsti nuovi aumenti che, secondo il Codacons Nazionale, sono dovuti dalla necessità di favorire l’aumento della competitività economica del Paese attraverso la riduzione del prezzo dell’energia per le grandi imprese che consumano più energia. A stabilire tale disposizione è un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico varato lo scorso 21 dicembre in risposta alla Strategia Energetica Nazionale che, tra le altre cose, punta anche alla “realizzazione – si legge nel decreto – di un’economia a bassa intensità di carbonio”. Puntare a ridurre la spesa energetica per le imprese che ne consumano di più, porta inevitabilmente ad un riduzione delle entrate necessarie per incentivare il ricorso alle energie rinnovabili.
Pertanto, se si vuole proseguire anche nell’obiettivo di favorire l’efficienza energetica ed il ricorso alle rinnovabili, l’autorità ha necessità di reperire i fondi che verranno a mancare dalle grandi imprese energivore. Ed ecco spiegati così gli aumenti che si sono registrati in questo primo trimestre del 2018. Fino al 2016, infatti, gli oneri di sistema erano prevalentemente destinati alle fonti rinnovabili con un gettito annuale di oltre i 14 mila milioni di euro. Mentre le agevolazioni per le imprese energivore erano escluse. Entro gennaio 2019 tutto dovrebbe cambiare con un ulteriore aumento calcolato intorno al 46% per chi fa registrare consumi energetici bassi. Intanto già da questo primo trimestre 2018 si registra un sostanziale aumento con il costo che si va a pagare in bolletta composto per circa il 48,6% dall’energia effettivamente consumata e, per il restante 51,4% in imposte, oneri e trasporto che sono così suddivisi: il 13% di imposte; il 18,75% di spese di trasporto e gestione del contatore e ben il 19,65% di oneri di sistema. Questi ultimi, secondo gli ultimi decreti, pare siano destinati ad aumentare ulteriormente.
Anna Maria Cava