Banca Monte Pruno, la riflessione del direttore Albanese: “Nuove regole per le Bcc”

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Il valore della Banche di credito cooperativo e la capacità di adattarsi anche in situazioni economiche difficili è il tema di riflessione del Direttore Generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese anche sulla scia di un articolo pubblicato su L’avvenire in cui il direttore generare di Federcasse Sergio Gatti, ha messo in evidenza come, le regole imposte dall’Europa siano penalizzati per il credito cooperativo.

Il direttore Albanese ricordando come, pur condividendo la necessità di creare per il credito cooperativo un modello più solidoera comunque necessario intervenire senza snaturare il ruolo delle BCC come banche del territorio. Ruolo peraltro confermato e certificato anche dal Governatore di Banca Italia che ne aveva riconosciuto l’importanza nel sostenere in particolare le imprese di piccole dimensioni.

“Nelle difficoltà del sistema economico – ricorda Michele Albanese – le banche di credito cooperativo, hanno confermato resilienza e capacità di interpretare il momento ed all’interno di una forte crisi di identità del modello, nell’epoca della riforma, hanno chinato il capo, dedicandosi al lavoro, adattandosi al nuovo sistema organizzativo. Il buon marinaio è colui che affronta il mare in tempesta con capacità, umiltà e saggezza e tanti buoni marinai hanno saputo dare risposte quando pochi credevano nelle nostre qualità, ma pensavano che, all’indomani della riforma, avremmo ceduto e consegnato le BCC nelle mani di qualche colosso del mercato bancario”.

Albanese evidenzia come, invece, le BCC, come anche la Banca Monte Pruno, siano riuscite a rendere i Gruppi Bancari una grande opportunità per raggiungere una solidità ed una redditività sempre maggiore. Incassato quindi il riconoscimento del Governatore Visco, il direttore della Banca Monte Pruno guarda ora al futuro e al nuovo percorso anche dell’istituto di credito da lui diretto.

“È oggi, – sottolinea Albanese – indispensabile, soprattutto per le PMI, avere un buon istituto di credito alle spalle, magari una BCC (ovviamente), che abbia la capacità ed i margini operativi per poter contribuire sui territori alla crescita e allo sviluppo. Voglio sottolineare che il nostro formidabile ruolo di creatori di valore sui territori ha necessità di ricevere un’iniezione di fiducia normativa da parte dei regolatori europei per liberare alcuni lacci della nostra operatività, non con presunzione, ma sulla scorta di ciò che abbiamo dimostrato in questi anni di cambiamento. Vogliamo proseguire la nostra storia perché teniamo ai nostri territori e vorremmo, ogni giorno di più, lasciare il segno, per evitare che un’azienda chiuda per le bollette alte, che una famiglia vada in difficoltà perché la rata del mutuo ha raggiunto livelli inaspettati oppure che i nostri ragazzi lascino i luoghi di nascita, senza ritorno, per andare altrove”.

Evidenziando come il Direttore Gatti ha riaperto un discorso importante Albanese evidenzia la condizione sia ottimale per affrontare una nuova fase  che veda il credito cooperativo ancor più al servizio dei territori e delle economie locali. “Non vogliamo regole nuove, – sottolinea Albanese ma regole più giuste e proporzionali al nostro modello di fare banca. Non saremo mai banche “grandi”, non vogliamo essere banche “grandi”, abbiamo la volontà di continuare ad essere BCC “buone”.

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