Appuntamento oggi, 11 giugno, ad Auletta con la presentazione del libro di Luigi Langone dal titolo “Auletta settecentesca dal Catasto Onciario del 1743”. L’evento è in programma presso la Casa delle Parole alle ore 18,30. Oltre all’autore, interverranno, il sindaco di Auletta, il presidente della Fondazione Mida, la professoressa Rosanna Alaggio, docente presso l’Università del Molise e lo storico Michele Marsico, Dirigente scolastico.
Molto legato al suo paese di origine e fortemente appassionato di storia, Luigi Langone, nel suo libro, parla degli aspetti sociali ed economici di Auletta nel settecento.
“Nel 1740 – racconta l’autore – Carlo di Borbone impose ad ogni comunità del Regno la redazione di un catasto che fu detto Onciario. Il catasto non è planimetrico ma descrittivo. È una sorta di dichiarazione dei redditi molto dettagliata che venne fatta da ogni capo famiglia. Pertanto, è possibile estrapolare dal Catasto Onciario una serie di notizie e ricostruire il tessuto socio economico ed ambientale alla metà del settecento della comunità di Auletta. È insomma una istantanea fotografica della società aulettese del Settecento”. Luigi Langone dal Catasto Onciario ha dunque estrapolato “la demografia del paese, la composizione dei nuclei familiari, le professioni, la stratigrafia sociale, l’attività creditizia, le fonti e la distribuzione del reddito di ciascun nucleo familiare da terreni, case, capitali, l’ammontare dei beni mobili ed immobili da ciascuno posseduti, la produzione agricola e la distribuzione della terra, l’allevamento, la toponomastica”.
“Il Catasto – spiega ancora Langone – venne chiamato Onciario perché i conteggi fiscali venivano fatti in once, che era una moneta virtuale cioè non in circolazione, per poi essere trasformati in ducati, carlini, tornesi. I catasti onciari sono le più importanti fonti per lo studio della storia economica e sociale dell’Italia meridionali”. Infine Langone ricorda un’affermazione dello storico Pasquale Villani: “Lo studio dei catasti onciari assume una importanza documentaria incomparabile e si pone come punto obbligato di partenza per qualunque indagine che voglia illustrare le trasformazioni delle strutture sociali del Mezzogiorno negli ultimi due secoli”.