Atena Lucana, Monica Camerota scrive una tesi di laurea sul restauro della scultura lignea raffigurante la Madonna Addolorata

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Il restauro della scultura lignea raffigurante la Madonna Addolorata della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Atena Lucana è stata al centro della tesi di laurea della dottoressa Monica Camerota, originaria di Atena Lucana, che ha conseguito nei giorni scorsi la laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei beni Culturali presso l’Istituto Centrale del Restauro sede di Matera. Si tratta di un lavoro molto importante che ha approfondito anche la progettazione di un supporto espositivo per la protezione dalle vibrazioni. In particolare “è stato progettato – si legge nell’abstract della tesi – un piedistallo quale dispositivo per la protezione dalle vibrazioni che si propone come elemento di completamento del supporto espositivo. E’ stato realizzato il prototipo in scala che assume la valenza di linea guida concreta della progettazione digitale. Infine, è stato generato un manuale di montaggio e smontaggio della struttura di sostegno”. La statua dell’Addolorata già nel 2003 era stata catalogata dal Direttore del Museo Diocesano di Teggiano Marco Ambrogi e dallo staff della cooperativa Paradhosis. Monica Camerota ha dunque consultato il Direttore Ambrogi che nel ringraziare la dottoressa per il coinvolgimento nel percorso della tesi, ha ricordato che il Museo Diocesano è una fucina di interessi culturali e approfondimenti e che ha convenzioni con l’Università di Salerno, Suon Orsola Benincasa di Napoli e l’Università di Bologna. “La scultura lignea – ha spiegato il Direttore – è importante perché è un’Addolorata del Calvario, un modello che si sviluppa nel corso del XVII secolo per proseguire anche nel ‘700. Il maestro dell’autore dell’Addolorata in questione dovrebbe essere lo scultore Aniello Perrone, figura molto importante nel panorama artistico meridionale, e un suo allievo fu Santo Cangro di Atena Lucana, a cui dovrebbe ascriversi la statua dell’Addolorata, che un tempo era presente nella chiesa di San Ciro e viene nominata anche negli inventari napoleonici del 1811”. Il direttore Ambrogi ha spiegato poi che la tesi di Monica Camerota, oltre ad affrontare l’aspetto storico e artistico si è interessata del recupero della statua, prevedendo un’integrazione virtuale per il suo stato di conservazione molto precario, e soprattutto progettando un supporto espositivo con protezione dalle vibrazioni. “E’ un fattore molto importante – ha affermato – perché al Museo ci troviamo spesso con statue mancanti delle basi e dobbiamo studiare un modo per renderle stabili ed esponibili, con sistemi che ne permettano anche la conservazione e la protezione dalle vibrazioni in caso di terremoti o altri eventi che potrebbero danneggiare le statue con un’eventuale caduta. Auspico – conclude il direttore – che questa statua possa transitare nelle sale del Museo Diocesano”.

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