140 mila anni fa a Marina di Camerota vivevano gli elefanti. I resti di un grande pachiderma, il Paleoloxodon antiquus, meglio conosciuto come elefante a zanne diritte, sono stati rinvenuti nella Grotta del Poggio.
Il ritrovamento è avvenuto nel corso della campagna di scavi effettuata nelle scorse settimane dalle Università di Siena e di Bologna in collaborazione con la Soprintendenza per le provincie di Salerno e Avellino ed il Comune di Camerota.
Gli scavi, condotti dal 1^ al 18 settembre, hanno riportato alla luce, nella parte alta della serie stratigrafica, resti che appartengono all’osso di un arto e mostrano tracce di percussione il che significa che l’animale fu macellato dall’uomo.
La presenza del Paleoloxodon antiquus nei livelli abitati dal Neanderthal, era stata già segnalata dal professore Arturo Palma di Cesnola negli Anni ’60 del secolo scorso. Dopo più di 50 anni di abbandono, le Università di Bologna e di Siena hanno ripreso gli scavi alla Grotta del Poggio. Si tratta di un sito preistorico di grande rilievo per la sua potente serie stratigrafica relativa al Paleolitico medio (Uomo di Neandertal). La Grotta del Poggio fu scoperta nel 1954 dal prof. Pietro Parenzan, dell’Università di Napoli. Nel 1964 la Soprintendenza di Salerno incaricò il prof. A. Palma di Cesnola dell’Università di Siena di condurvi le prime indagini sistematiche. Tra il 1965 e il 1967 Palma di Cesnola effettuò un sondaggio nel deposito archeologico contenuto nella cavità dove vennero identificati 14 strati, ai quali fu attribuita, su basi geologiche e culturali, un’età compresa tra 190 e 130 mila anni fa. Il Poggio contiene dati unici ai fini della ricostruzione del popolamento antico dell’Italia meridionale. Per questo motivo le indagini nel sito rivestono interesse internazionale.
Uno dei principali scopi delle nuove ricerche era quello di acquisire informazioni biostratigrafiche, cronologiche e comportamentali provenienti da moderni sistemi di indagine stratigrafica e da analisi effettuate con tecnologie all’avanguardia.