Sanza, il 13 aprile un convegno per parlare di Moti del 1848

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Una nuova importante iniziativa culturale vede coinvolta la comunità di Sanza. Grazie al progetto di riscoperta della storia dei moti cilentani, promosso in collaborazione con il Comune di Vibonati, le vicende storiche del borgo antico di Sanza nel periodo preunitario, saranno al centro di un interessante dibattito che si terrà a Sanza, sabato 13 aprile, dalle ore 10.30 presso la sala conferenze del CEA, in località Salemme. “I moti del 1848 nel Cilento, tratti di Risorgimento 1848-1868”, questo il tema dell’incontro al quale interverranno il sindaco di Sanza, Vittorio Esposito, il prof. Vincenzo Abramo che relazionerà sul tema “I moti del 1848 e l’occupazione delle terre”, e lo storico prof. Felice Fusco che invece relazionerà su “il contributo di Sanza ai moti del 1848, tra insurrezione, politica e questione demaniale”.

L’iniziativa è patrocinata dalla Regione Campania e coinvolge nell’organizzazione anche la Società Campana Beni Culturali. L’invito è rivolto a tutta la comunità, così riferisce la Consigliera con delega alla cultura del Comune di Sanza, Antonella Confuorto. “Sarà un momento di riflessione su un periodo storico importante per la comunità di Sanza e più in generale per il Cilento. Riportare alla memoria l’importanza che i comuni del Cilento hanno avuto durante i moti insurrezionali del ’48 rende un servizio alla storia locale. Occorre riscoprire il passato per meglio comprendere il nostro presente. Grazie dunque ai colleghi di Vibonati per aver scelto la nostra comunità in questo percorso di valorizzazione del nostro comprensorio” ha aggiunto il Consigliere Confuorto.  I moti del 1848 nel Cilento iniziarono il 17 gennaio, alla notizia dei moti di Palermo, sotto la guida di Costabile Carducci, patriota di Capaccio. Una rivolta che all’inizio ebbe successo.  Insorsero Castellabate, Pollica e Torchiara a opera di gruppi radicali della piccola borghesia.

I Borboni, sconfitti in Sicilia, furono costretti a concedere la Costituzione. Ma quando la monarchia borbonica, prendendo spunto da una sommossa del 15 maggio, sciolse il Parlamento borbonico, Carducci fu costretto a fuggire a Roma. Successivamente tentò di scatenare la rivolta di nuovo nel Cilento ed in Calabria nell’estate del 1848: raccolte nel Vallo di Diano le superstiti forze salernitane e lucane cercò di tornare nel Cilento ma quasi naufragato vicino Maratea fu fatto prigioniero ed ucciso barbaramente dai borbonici. La conseguente repressione borbonica fu feroce nel Cilento, soffocando ogni tentativo patriottico risorgimentale fino allo sbarco a Sapri di Carlo Pisacane nel 1857, che trovò la morte proprio a Sanza.  

Antonella D’ALTO

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