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Ennesima tragedia a Palinuro dove perdono la vita altri tre sub che, nonostante le loro riconosciute capacità subacquee, sono rimasti incastrati nel corso di una immersione a parete insieme ad altri nove sub che erano regolarmente rientrati. I tre, Mauro Cammardella, titolare del diving club “Mauro Sub”; Mauro Tancredi, profondo conoscitore, come Cammardella, della costa e delle grotte della zona, entrambi di Palinuro e Silvio Anzola, nato a Parma ma residente a Milano il cui corpo ancora non è stato possibile recuperare, si erano immersi intorno alle ore 10 del mattino e da allora non si sono ricevute più notizie. Al rientro degli altri 9 sub che facevano parte della stessa spedizione è stato immediatamente lanciato l’allarme con l’arrivo a Palinuro di squadre di soccorsi esperti. Operazioni però rese complicate anche da una visuale decisamente ridotta. Fino a tarda sera non era stato possibile individuare i tre sub e qualcuno, come il sindaco di Centola Palinuro Carmelo Stanziola, sperava ancora che i tre fossero riusciti a salvarsi grazie ad una bolla d’aria che può formarsi all’interno delle grotte. Nulla da fare perchè nella serata, poco prima di interrompere le ricerche, i tre corpi sono stati individuati ma le operazioni di recupero sono risultate davvero complicate, tanto che soltanto ieri i sommozzatori sono riusciti a restituire 2 dei tre corpi dei sub alla vista dei familiari, in attesa del terzo sub morto nell’immersione. Una tragedia che ha dell’incredibile e che pone comunque una serie di interrogativi nonostante si cerchi di rendere l’accaduto come tragica fatalità e nonostante sia stato aperto un fascicolo di inchiesta senza però che vi siano al momento indagati. Nel corso dell’inchiesta sarà valutato il contenuto delle scatole nere, i computer subacquei in dotazione dei tre sub, per cercare di capire le esatte dinamiche che hanno poi condotto alla loro morte. Ancora una tragedia quindi nelle grotte di Palinuro. Dopo quella verificatasi 4 anni fa, con la morte nel 2012 di 4 sub, ancora viva nella mente della gente, si registrano diversi casi di decessi durante le immersioni. Nel 1998, morirono due subacquei milanesi. Due anni prima un’immersione nella grotta cosiddetta della Scaletta, la stessa in cui sono morti i tre sub, costò la vita ad altri tre sub di nazionalità polacca. Un altro caso si registra nel 1984 con la morte di 2 giovani sub del Friuli. Insomma il pericolo nelle grotte c’è eppure resta la volontà di non chiudere i cunicoli sottomarini lasciando inalterata la possibilità di effettuare immersioni al loro interno, nonostante la pericolosità risaputa