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Nel giugno del 2013 l’omicidio della massaggiatrice ucraina di 50anni Olena Tonkoshkurova avvenuta nella sua abitazione di Via Porto del Bagno a Polla aveva destato non poco scalpore. La donna, morta sgozzata, era stata ritrovata tra le fiamme visto che all’interno della sua abitazione era stato appiccato il fuoco. Le indagini portarono nel giro di poche ore al fermo e al successivo arresto di un 27enne ucraino Dmytro Zastavnetskyi, residente a Polla, sposato e padre di una bambina. L’uomo fu individuato grazie alle telecamere presenti in paese che lo ripresero mentre abbandonava la scena del crimine a bordo della sua bicicletta. Il processo in primo grado portò alla condanna del 27enne a 26 anni di reclusione per l’efferato omicidio, pena poi ridotta in secondo grado dalla Corte d’Assise di Potenza a 21anni. Ma l’avvocato difensore del giovane, Michele Galiano, ha sempre chiesto l’assoluzione per il suo assistito in quanto a suo avviso sono “presenti numerosi elementi di illegittimità”. Per tale motivo il legale ha presentato ricorso in Cassazione rimarcando ancora una volta come l’arresto ci sia stato un errore della traduttrice che ha tradotto il significato di facoltà di non rispondere in modo completamente diverso”. Pertanto – secondo l’avv. Galiano – al 27enne non è stata prospettata la possibilità di non rispondere in fase di interrogatorio. Oltre alla mancanza di garanzie che un imputato deve avere anche le mancate analisi per verificare la presenza del DNA sul manubrio della bicicletta che sarebbe stata utilizzata dal giovane per allontanarsi dall’abitazione della vittima. Ora la Cassazione sarà chiamata a dare l’ultimo verdetto sulla vicenda che ha sconvolto la comunità di Polla nel 2013.