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Con delibera di Giunta 144 del 17 dicembre scorso e pubblicata ieri sull’Albo Pretorio, il Comune di Montesano sulla Marcellana conferisce l’incarico legale all’avv. Marcello Feola a tutela degli interessi del Comune e “evitare il passaggio del servizio idrico integrato alla società Consac”. L’assessore Rinaldi in merito scrive: “Con la pubblicazione odierna della Delibera si rende noto a tutta la popolazione la battaglia che questa Amministrazione intende continuare a porre in atto per la gestione comunale del servizio idrico integrato”. Il nostro Ente – prosegue Rinaldi – col finanziamento del IV lotto delle fognature, tratto Arenabianca-Scalo, i cui lavori a giorni dovranno essere oggetto di gara d’appalto da parte della Provincia, con la conclusione dei lavori del II lotto, tratto Prato Comune-Scalo, col funzionamento attivo del depuratore in località Calore, con l’imminente avvio delle procedure ad evidenza pubblica per i lavori del nuovo acquedotto Prato Comune- Tempa Lo Cerro – possiede un sistema di gestione e di funzionamento del s.i.i. efficace e ben voluto dalla locale popolazione che – aggiunge l’assessore – giammai, si è espressa nei nostri confronti a favore di un passaggio del suddetto servizio a una società partecipata di Vallo della Lucania i cui soci valdianesi rappresentano solo il 15% circa”. “Una società autorizzata a gestire il servizio – sottolinea Rinaldi – in maniera amministrativamente e proceduralmente errata da parte dell’ATO competente, per le ragioni più volte sottolineate. “La delibera smentisce categoricamente le voci diffuse da rappresentanti della Consac stessa e dell’ATO rappresentanti vestiti da “politicanti” che pensano di potersi autonomamente sostituire agli amministratori di Montesano, Buonabitacolo e Sanza, ELETTI DEMOCRATICAMENTE, e relativi avvocati, interpretando, in malo modo, le strategie che questi intendono seguire nell’iter giuridico. Un iter che assume – conclude Rinaldi – con l’avvio del nuovo ricorso, una valenze notevolissima perchè tre piccoli comuni decidono, con grande coraggio, di difendere la pubblica gestione dell’acqua portando ora in giudizio non solo i soliti carrozzoni di turno (ATO e CONSAC) ma la stessa REGIONE CAMPANIA che ha legiferato senza tenere minimamente conto delle istanze provenienti dal basso”.