Giornata mondiale sicurezza sul lavoro, dati preoccupanti con aumenti rispetto al 2021

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Nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale per la sicurezza sui posti di Lavoro, è inevitabile analizzare il percorso fatto e quali sono i risultati ottenuti nel salernitano. I dati però fanno emergere come, il tema della sicurezza sul lavoro, richieda uno sforzo maggiore in particolare a Salerno e provincia che si posiziona al 14esimo posto per l’incidenza di infortuni mortali avvenuti sul posto di lavoro. Nel 2021, secondo i dati resi noti lo scorso febbraio, sono stati 21 i decessi avvenuti sul posto di lavoro nel salernitano con un’incidenza che, in considerazione del numero degli occupati, pone il territorio salernitano al primo posto in Campania per numeri di morti sul lavoro.

In questa giornata di sensibilizzazione, necessaria una riflessione a 20 anni dall’istituzione della Giornata Mondiale per la Sicurezza sul Lavoro, per decisione dell’Osservatorio internazionale del lavoro nel 2003 con il fine di creare in momento di riflessione e confronto sui temi legati alla cultura della prevenzione nei contesti professionali. La data scelta per celebrare la ricorrenza il 28 aprile, giorno in cui fu promulgata la Convenzione sulla sicurezza e la salute. Analizzando i dati nazionali di questo 2023 in riferimento alle morti e agli incidenti sul lavoro che parlano di 100 vittime tra gennaio e febbraio scorsi e oltre 697 mila denunce di infortuni sul lavoro con un aumento rispetto all’anno precedente di oltre il 25%. “Cifre drammatiche ed in costante crescita -commenta Gianluca Mastrovito, Presidente del Patronato ACLI Salerno – a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro non subisce diminuzioni da anni. Questo a conferma del fatto che l’insicurezza sul lavoro unita alla precarietà, sono diventati il paradigma per comprendere tutte le inquietudini sociali di questo cambio d’epoca.  Per creare una nuova cultura della prevenzione è fondamentale accompagnare le aziende in un percorso virtuoso anche con incentivi economici, in particolar modo verso quelle imprese che investono in sicurezza.

L’investimento nel processo di sicurezza significa anche maggiore produttività aziendale, mentre il fenomeno degli infortuni e delle malattie sul lavoro sono un costo diretto e indiretto per tutta la società e di ostacolo alla crescita del PIL. A voler tracciare un identikit dei lavoratori più esposti al rischio e eventi fatali – continua Mastrovito – sono per lo più stranieri e ultra sessantacinquenni, conseguenze di un decalage formativo per i primi e probabilmente di una minor reattività in situazioni di rischio per i secondi. Mentre quando si parla di denunce totali di infortunio, sono i giovani ad indossare la maglia nera”. Mastrovito lancia dunque l’appello alla politica affinché ascolti il grido d’allarme che proviene dall’INAIL.

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