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Con i sei arresti di oggi tra le province di Napoli e Salerno è stato decapitato il “clan Maiale” di Eboli che, dal 2017, si stava riorganizzando sul territorio della piana del Sele, grazie al ritorno del suo capo storico, Giovanni Maiale detto “Giovanniello”. ÂÂÂ Questa mattina all’alba, per mano dei Carabinieri del Comando provinciale di Salerno,ÂÂÂ una persona è finita in carcere, 4 agli arresti domiciliari e una ha l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Tutti e sei sono gravemente indiziati, a vario titolo, di “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione,ÂÂÂ concorso in lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e detenzione e porto abusivo di arma”.ÂÂÂ ÂÂÂ
Tutto parte nel 2018 da un tentativo di estorsione ai danni di un supermercato di Eboli e dalle denunce dei titolari: fu arrestato come autore principale Giovanni Maiale detto ‘a minaccia (nipote di “Giovanniello”). In manette insieme con Adolfo Prinzi e Massimo Ammutinato, con l’aggravante del “metodo mafioso”.
Giovanni Maiale ‘a minaccia, nel corso degli anni, si è reso protagonista di gravi episodi delittuosi sul territorio ebolitano con cui era riuscito a qualificare il suo profilo criminale (nell’agosto 2015, in pieno giorno ed in un quartiere popoloso della città, fece esplodere un ordigno rudimentale per ritorsione nei riguardi dell’ex compagna).
L’attività investigativa partita nel 2018 ha permesso di ricostruire un articolato gruppo armato, con ruoli e competenze ben definite, dedito alla commissione di reati con ingente disponibilità di droga (cocaina, hashish e crack) promosso e diretto da Giovanni Maiale, con la collaborazione del figlio Michael Gerardi, dalla compagna Antonella Marotta, dalla nipote Valentina Di Cunzolo e da Mario Del Vecchio, che vantavano un canale di rifornimento privilegiato di stupefacenti nel quartiere Barra di Napoli, per il tramite di Claudia Rizzo. Il fatturato mensile dell’impresa criminale si aggirava intorno ai 50mila euro. Agli indagati vengono contestate anche condotte estorsive, declinate con minacce personali rafforzate dalla figura violenta di Giovanni MAIALE, finalizzate a costringere alcuni “clienti” al pagamento immediato di somme di denaro come corrispettivo di pregresse forniture di stupefacenti non saldate.
Tra le contestazioni mosse a Giovanni Maiale (e alla complice Valentina Di Cunzolo) c’è anche la spedizione punitiva del 18 maggio 2018 all’interno di un bar nel centro di Eboli dove si consumò una violenta aggressione per ritorsione, anche con l’utilizzo di uno sfollagente, ai danni di alcuni Rom del posto che avevano messo pubblicamente in discussione lo “spessore” e la “credibilità” criminale di Giovanni ‘a minaccia.