Non solo “quota 102“, la proroga di Opzione donna e l’allargamento della platea dell’Ape social, in cui entrano tra l’altro edili e ceramisti, estetisti, magazzinieri e anche le maestre. Oltre alle novità per chi vuole andare in pensione, il 2022 porta con sé anche dei micro aumenti per chi si è già ritirato dal lavoro. Merito o colpa dell’inflazione, che nell’ultimo anno ha potentemente rialzato la testa imponendo quella che in gergo si chiama “perequazione”.
Il ministero dell’Economia ha fissato la percentuale di riferimento all‘1,7%. L’adeguamento sarà pieno, come avviene dallo scorso anno, per gli assegni fino a quattro volte il minimo, cioè 2.062 euro. Cambiano invece, per effetto del decreto del Mef dello scorso novembre, i criteri di perequazione per le classi di importo più alto.
Finora, come ricorda l’Inps, le fasce erano sei (vedi tabella sotto), ora si torna alla disciplina prevista dalla legge di Bilancio 2001 (governo Amato) con solo tre fasce: 100% di rivalutazione – quindi 1,7% – fino a 4 volte il minimo, 90% – 1,53% – oltre quattro e fino a cinque, 75% – 1,275% – oltre cinque volte il minimo cioè oltre i 2.577 euro mensili.